Mostra

Giorgio Oprandi 1883 - 1962

06/05/23 10:00 - 28/05/23 19:30

Dopo il successo delle precedenti esposizioni, la galleria Studio d’Arte San Tomaso presenta, presso i propri locali , la mostra dedicata al pittore Giorgio Oprandi.
Le 24 opere ad olio che compongono la mostra permettono di ripercorrere alcuni dei momenti fondamentali del percorso biografico ed artistico di Giorgio Oprandi, i viaggi in Africa, il soggiorno in Albania e il ritorno sulle rive sebine che avevano dato i natali al pittore, arricchendo di nuovi elementi la produzione dell’artista loverese indagata nell’ampia retrospettiva del 2018 presso l’Accademia di Belle Arti Tadini di Lovere.
La mostra copre un arco cronologico piuttosto ampio, che permette di ribadire l’identità di Oprandi quale artista viaggiatore e di leggere le sue vedute come un vero e proprio cahier de voyage, aspetto che contribuisce notevolmente alla sua fortuna e che già molta della critica a lui contemporanea aveva sottolineato.

Al periodo trascorso in Algeria tra il 1923 e il 1924 Oprandi, in uno dei suoi rari resoconti autobiografici, attribuisce un valore iniziatico, sostenendo che sul limitare del deserto non ha tardato a scoprire in se stesso «se non proprio l’audacia dell’esploratore, l’anima del viaggiatore». L’artista non si reca da solo in Algeria, l’accompagna l’amico pittore Luigi Brignoli (1881-1952), che già in precedenza aveva visitato la colonia francese. Nonostante il lavoro fianco a fianco i due pittori bergamaschi traducono i luminosi paesaggi africani secondo una sensibilità differente che rimarrà tipica, della loro espressività artistica: all’impetuosità della tavolozza di Brignoli, fa da controcanto quella di Oprandi, come possiamo ammirare in Piazza di Sidi Okba, in cui, come sottolinea Luigi Angelini a proposito dei paesaggi algerini, «traspare tutto quanto di raffinato egli ha attinto da quell’ambiente nei suoi molteplici aspetti, conferendo a parecchi suoi studi pure indubbiamente sostanziati di verità, un’atmosfera di sogno». La poetica di Oprandi rimarrà caratterizzata sempre da questo connubio elegante tra ricerche sul dato naturale e atmosfere pervase di lirismo panico. L’anno successivo, nel 1925, segue il viaggio in Egitto, dove il pittore loverese si ferma più del previsto per via della decorazione che il sovrano Fuad I gli commissiona per il palazzo reale di Ras el Tin ad Alessandria d’Egitto. In questa terra Oprandi tornerà in più di un’occasione, come attestano dipinti dalla materia pittorica differente quali Il Nilo nei pressi del Cairo, Vecchia Cairo, o Nilo, attualmente esposti in mostra. Fino al viaggio in Egitto l’artista soggiorna dunque in quelle colonie che avevano contribuito notevolmente a dare avvio, nel corso dell’Ottocento, in particolare in Francia, al filone della pittura orientalista, nella cui categoria viene fatta rientrare dalla critica dell’epoca anche la pittura di Oprandi. Il filtro di tale lettura cambia però in modo sostanziale nel momento in cui il pittore intraprende, nel 1926, un lungo viaggio in Eritrea, prima colonia italiana. Qui, a causa di un incidente, il suo percorso s’incrocerà con due personalità di spicco del periodo: il governatore dell’Eritrea Jacopo Gasparini ed Elena d’Orleans, duchessa d’Aosta. Sotto l’alto patronato di questa nobildonna innamorata dell’Africa, nel 1927 si svolgerà la Mostra Eritrea, un’ampia retrospettiva di 168 dipinti di Oprandi allestita nelle sale del Museo delle Colonie di Roma. Ben sei opere, tra cui il già citato Nilo nei pressi del Cairo, esposti oggi dopo tanto tempo presso lo Studio d’Arte San Tomaso, avevano preso parte a questa importante personale: L’attesa, che riprende sotto altre spoglie il celebre Nudo africano dell’Accademia di Belle Arti Tadini di Lovere, Palma dum sul fiume, facente parte della collezione della duchessa d’Aosta, le due versioni del Mercato di Cheren e Mercato di Agordat. La mostra romana di Oprandi ha un’ampia risonanza sulla stampa periodica dell’epoca, che, secondo i meccanismi della propaganda coloniale propugnata durante il ventennio fascista, lega inevitabilmente il nome dell’artista a quello di “pittore delle colonie italiane”. Tale aspetto è destinato a rafforzarsi a seguito delle esposizioni d’arte coloniale a cui il pittore prende parte sia in ambito nazionale che internazionale, le quali si alternano ai viaggi che Oprandi intraprende, fino almeno al 1935, in altre colonie italiane, tra cui la Somalia e la Libia. È soprattutto questo secondo possedimento d’Oltremare ad attrarre particolarmente l’attenzione di Oprandi che vi soggiorna a più riprese, spostandosi tra Tripoli Souch el Kodra, Il castello di Tripoli di notte, Tripoli, la pittoresca Gadames e le immensità degli spazi desertici che si estendono oltre i centri urbanizzati, Deserto verso la Cirenaica, e Paesaggio africano. Nella seconda metà degli anni Trenta, all’acme dello status raggiunto di “pittore delle colonie italiane” si interrompe il lungo periodo dei viaggi in Africa dell’artista. Tale titolo verrà ripristinato dalla critica solo quando nel 1941 un’altra mostra personale romana, presso Palazzo Marini-Clarelli, verrà dedica al pittore e alle tele (paesaggi e figure in costumi tipici dall’interessante taglio etnografico) che aveva eseguito durante il soggiorno di quasi un anno in Albania, tra cui Paese di Kruja e i due paesaggi albanesi. Da questo momento fino alla sua morte, avvenuta nel 1962, Oprandi, pur continuando a spostarsi con la sua “casa viaggiante” in Italia, prediligerà la solitudine dell’altopiano di Bossico, da cui derivano le poetiche vedute del lago d’Iseo, come possiamo ammirare nella raffinata tela dall’atmosfera malinconica intitolata Lago d’Iseo da Bossico. Un’analoga pennellata, rarefatta ed evocativa, accomuna anche Torbiere di Iseo e Lovere da Pisogne, opere in cui l’elemento acquatico diviene trait d’union di un corpus di opere che secondo l’amico di Oprandi, Umberto Ronchi, esprimono la ritrovata giovinezza riflessa nelle acque del Sebino.

Come nelle precedenti esposizioni, tutte le opere sono pubblicate in un catalogo edito dalla Galleria, in occasione della mostra di Oprandi, la presentazione è curata da Silvia Capponi.

La mostra resterà aperta dal 6 al 28 maggio secondo i seguenti orari: da martedì a domenica 10/12,30 – 15,30/19,30, lunedì 15,30/19,30.

Studio d’Arte San Tomaso
Via Broseta, 2
Bergamo (BS)
035.222253
Locandina
gratuito
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