Il Graffio
Omar Pedrini protagonista del nuovo appuntamento con il nuovo progetto "Inedita. Nuovi racconti per luoghi antichi", un viaggio alla riscoperta dei tesori nascosti della provincia attraverso
12 testi inediti di giovani scrittori
consegnati alla lettura di 10 grandi interpreti.
Nella cornice del Castello Ginami, in scena la lettura del testo di Fosca Salmaso.
A Gromo, incantevole borgo medievale in provincia di Bergamo, c’è un palazzo che nel corso della storia ha spesso cambiato nome. La sua torre ospita una camera in cui nessuno può entrare, ma c’è chi giura che a volte, la notte, la sua finestra si spalanchi da sola. Come se qualcuno, o qualcosa, ci vivesse ancora. Il Graffio è la storia di quel fantasma. Ci troviamo nel ‘700. Maria Manenti Franzini, signora del palazzo e di più di mezza Gromo, non può avere figli. È convinta che a renderla sterile sia stata un’entità che lei chiama Il Graffio, e per proteggersi dai suoi artigli indossa corpetti di metallo simili ad armature. Maria però ha bisogno di un erede per i suoi possedimenti; decide quindi di adottare la figlia minore degli Scacchi, coloro che forgiano le lame pregiate per cui Gromo è celebre. È così che, a soli tre anni, la piccola Alma Scacchi si stabilisce a palazzo, dove Maria la cresce come fosse figlia sua. Nella speranza di proteggerla dal Graffio in agguato, le dona anche un corpetto di metallo identico al proprio. Lo stratagemma sembra funzionare… almeno fino al giorno in cui Alma si innamora. Liberamente ispirata alla vera storia di palazzo Milesi, la vicenda è narrata da Bernardino, il marito di Alma. La sua voce rievoca le atmosfere dell’epoca, tra armi bianche, maledizioni, una fontana che spilla vino, più di diecimila fiori d’artemisia e la storia di un amore reso forte dal conoscersi - e, soprattutto, dal riconoscersi.
In caso di maltempo: Palazzo Scacchi Filisetti vicolo Ginami.