Le alchimie espressive
Il programma espositivo del Centro Pinoni riprende, dopo la pausa estiva, proponendo una mostra d’arte sperimentale. Domenica 10 settembre, alle ore 17.30, nelle sale di Palazzo Duemiglia, in Largo Carelli 4, s’inaugura, infatti la mostra personale di Massimo Tosi, vero e proprio alchimista dell’immagine. Egli riesce a fondere impressioni e sensazioni profondissime in opere dai notevoli significati simbolici.
Mai criptico o fintamente celebrativo, l’artista riesce a congiungere, in una complessa quanto affascinante meta-narrazione, significati e significanti. «Il risultato complessivo che ne deriva – spiega il curatore, Simone Fappanni – è assolutamente intrigante: in esso, infatti, ci si può rispecchiare in modo diretto e immediato, filtrando la realtà attraverso il particolare medium espressivo di Tosi che possiede il rarissimo dono dell’evocazione. Caratteristica peculiare del suo modus operandi è quella che lo conduce a utilizzare qualcosa che, se possibile, va “oltre” il semplice, seppure affascinante, impiego del bianco e nero.
Egli, infatti, predilige una sintassi materica che porta l’osservatore direttamente al centro dell’opera secondo una progressione che parte dallo sguardo e arriva direttamente allo spirito. Si avvertono, nei suoi pezzi, particolari atmosfere onirico-surreali che dischiudono, mediante la materia, impressioni che derivano da un’acuta osservazione del reale e che vengono trasposti, in maniera metaforica, in lavori dalla tridimensionalità pulsante e nascente. Ecco allora che la “fisicità” dei suoi pannelli ne fa opera a se stanti, dalla notevole intensità lirica, tanto da lambire temi e soggetti che riguardano direttamente chiunque si ponga il relazione con essi, guardando al tempo come a una costante a cui, seppure è impossibile sottrarsi, è possibile immaginare oltre e altrimenti.
Questo superamento dei limiti, materiali e spirituali, porta Massimo a scandagliare le possibilità dello sguardo, cogliendo nel quotidiano le “tracce” dell’immanenza, sia eseguendo opere che hanno a che fare con un’iconografia laica, con un’ampia galleria di ritratti di personaggi, che spaziano da epoche remote all’attualità, ma anche sacra, come il tema della croce, che svolge in maniera alquanto personale. Segni e gesti arcaici sul supporto, lavorato con perizia certosina, si alternano e coagulano a seconda di una pigmentazione che, fra la luce e l’ombra, porta direttamente a una evidenza identitaria che certamente non lascia mai indifferenti, ma che anzi induce alla riflessione. La mostra, accompagnata da un agile catalogo, è visitabile gratuitamente fino al 28 settembre da lunedì a sabato dalle 14.15 alle 16.30.