Io non scendo
Per secoli le donne sono rimaste a terra, ai piedi degli alberi. Donne come radici, destinate a nutrire altre esistenze, padri, mariti, figli, quel maschile eternamente libero di salire su ogni cima e guardare lontano. Ma a un certo punto le donne si sono ribellate, hanno abbracciato gli alberi, hanno puntato i piedi, e salendo di ramo in ramo hanno raggiunto un altro punto di vista, anche su di sé, più aperto, più alto, più profondo, più chiaro. E hanno detto: “Io non scendo”.
La mostra, curata da Laura Leonelli, presenta un’ampia selezione di fotografie anonime che dalla fine dell’Ottocento agli anni ’60 del Novecento, dall’Europa agli Stati Uniti, confermano la popolarità internazionale di un nuovo personaggio, la donna, e di ogni età, che sale sull’albero. Sono bambine, ragazze, amiche, fidanzate, mogli, giovani madri accanto a madri di altre generazioni. Sono forti, coraggiose, allegre e altere. Sono sdraiate sui rami più alti, sono sedute come regine là dove il tronco si biforca, sono a mani nude, a volte a piedi nudi, portano i tacchi, la gonna, i pantaloni. Alcune hanno una macchina fotografica, un binocolo, una racchetta da tennis, una chitarra, un libro. E attraverso questi oggetti-simbolo ogni donna fotografata, senza nome eppure sorella, è entrata in una storia più grande.