La liberazione della follia
Piena realizzazione di un’etica della follia sarebbe il passaggio dalla liberazione dalla follia, alla liberazione della follia; cioè il passaggio dalla cura alla condivisione, dalla restrizione e separazione della follia, al suo pieno diritto di cittadinanza.
Italo Valent, L’etica della possibilità.
Questo progetto è la sintesi di vent’anni di fotografie (2000-2021) scattate da Patrizia Riviera durante le attività ludiche, artistiche e culturali della Fondazione Emilia Bosis (viaggi, rapporto con gli animali e la natura, teatro, moda, fumetto, fotografia).
La Fondazione Emilia Bosis (Bergamo) è un organismo istituzionale no-profit, che si occupa della cura delle persone che soffrono di disturbi mentali. In queste fotografie ci sono persone intense, belle di quella bellezza che viene dal profondo dell’esistenza, creative, tenere e simpatiche, capaci di relazione e di amore. Un modo diverso di mostrare la follia, senza la retorica delle immagini standard di sofferenza e isolamento, immagini incentrate sulla persona che è ritratta in modo crudo e amorevole, e non sulla malattia, immagini che restituiscono dignità ad ogni forma d’esistenza, anche la più dolorosa, premessa necessaria per superare lo stigma della follia, e parlare di salute mentale, la quale ci riguarda tutti.
“Non siamo né folli né sani, né buoni né cattivi”. È proprio questo aprirsi alla negazione che assicura la trascendenza, il passaggio all’intero, all’infinito.
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