Una voce da Istanbul
Conversazione con Marco Ansaldo
Orhan Pamuk (Istanbul,1952) è tra i maggiori romanzieri turchi contemporanei, oltreché il più letto in assoluto. I suoi romanzi, tradotti in più di quaranta lingue, sono spesso sospesi tra il fiabesco ed il reale e rispecchiano la Turchia di ieri e di oggi. Tema ricorrente fin dai suoi primi lavori è il rapporto problematico e conflittuale tra Oriente e Occidente. Tra i vari titoli si ricordano: Il libro nero (1990, una delle letture più controverse del panorama turco), Il mio nome è rosso (1998, premio Grinzane), La nuova vita (1999), Istanbul (2003), La donna dai capelli rossi (2017). Nell'aprile 2011 apre ad Istanbul il Museo dell'innocenza, percorso da lui stesso curato attraverso una collezione di oggetti, foto e memorabilia che costituiscono un complemento oggettivo al romanzo omonimo del 2008.
In Turchia Pamuk è stato oggetto di persecuzioni e di episodi di censura per le sue posizioni sul genocidio degli Armeni e dei Curdi e per essersi schierato in difesa dello scrittore Salman Rushdie. Nel 2006 è stato insignito del Premio Nobel per la Letteratura per aver saputo trovare «nuovi simboli dello scontro e dell’interrelazione tra culture».
Marco Ansaldo è esperto di Turchia, questione curda, Nord Iraq, Cipro, Medio Oriente e Vaticano. Consigliere scientifico della rivista di geopolitica Limes, collabora con il settimanale tedesco Die Zeit e in passato è stato corrispondente e inviato speciale di Repubblica. È consulente per LA7, Rai Radio 3 e Rai 3. Ha fondato il foro di dialogo governativo fra Italia e Turchia.
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Molte Fedi sotto lo Stesso Cielo presente il tema di quest'anno: "Appassionati al presente" si focalizza nel mutevole mondo vitale nel quale siamo inseriti, del quale siamo attori e simultaneamente custodi. Spesso abbiamo la percezione che tutto stia volgendo alla distruzione: il cambiamento climatico, le disuguaglianze crescenti, l’erosione della partecipazione, lo sviluppo economico a corrente alternata nei paesi del mondo, le guerre che imperversano e irrigidiscono i rapporti internazionali.
Ma nonostante ciò, probabilmente occorre semplicemente tornare ad appassionarci al presente, a ciò che abbiamo fragilmente tra le mani, e investire su ciò che ancora nemmeno immaginiamo. Se è vero che non tutto è sotto il nostro controllo, è anche vero che possiamo renderci docili alle metamorfosi, ma dobbiamo anche avere il coraggio di fidarci, e nella fiducia agire. Non una rivalsa, non una conquista, forse una responsabilità leggera sentita come collettiva.