“Da solo non basto”
Arriva a Varese “Da solo non basto”: una mostra sul disagio giovanile che apre le porte ad una nuova vita, grazie alle relazioni positive.
La mostra, che ha ottenuto un grande successo in questi mesi fin dalla sua prima esposizione avvenuta nell’agosto scorso al Meeting di Rimini arriva a Varese dal 7 al 14 febbraio nei locali dello spazio Varesevive, in via San Francesco, ed è stata ideata da tre realtà riconosciute a livello nazionale per l’impegno concreto e quotidiano a fianco dei giovani: Kairos (la comunità per ragazzi “difficili” fondata da don Claudio Burgio), Portofranco Italia e Piazza dei Mestieri.
«Alcune realtà varesine hanno accettato la sfida di portare nella nostra città la mostra, con il desiderio di valorizzare le esperienze educative già da tempo esistenti nel nostro territorio – spiega Raffaele Nurra, presidente di Persone e Città – E hanno deciso di farlo insieme, perchè l’idea forte che “da solo non basto” significa anche mettere in rete con gli altri la passione per l’umano e le competenze educative necessarie. Così questa iniziativa è stata realizzata da noi, ma anche da “Agorà Comunità Educante-Educational Team” , Ballafon, Decanato di Varese, Centro Culturale Kolbe, Happines, La Casa di Paolo, Portofranco Varese. E tutti insieme vogliamo sottolineare che con questa iniziativa vogliamo rendere sempre più presente a Varese lo stesso “cuore”, lo stesso approccio che viene evidenziato nella mostra: vogliono raccoglierne il testimone, ascoltando e accompagnando i giovani nelle difficoltà di crescere, di realizzare se stessi, di dare un senso vero alla propria vita».
«È meritevole che qualcuno abbia avuto intuizione di portare qui questa intensa mostra, resa ancora più forte dal racconto dei suoi autori – ha commentato monsignor Luigi Panighetti, prevosto di Varese – Mi pare che ciò che viene proposto è qualcosa di piu di una mostra: è una occasione importante di riflessione sul tema dell’educazione»
«Come dice Franco Nembrini, l’educazione è una cosa maledettamente seria – ha sottolineato l’assessore alle politiche Giovanili e Sport Stefano Malerba – La mostra è importante perchè spiega che comunque c’è sempre una via di uscita, insieme. Come dice giustamente il titolo, “io da solo non basto”»
All’incontro era presente anche Enrico Angelini, di Persone e Città che ha spiegato come questa sia «Una mostra attrattiva, coinvolgente ed emozionante. Di fronte all’emergenza educativa non propone discorsi generici, tanto meno ricette pronte per l’uso, ma racconta delle storie di giovani arrivati al limite del dissolvimento che hanno fatto degli incontri che hanno permesso loro di riprendere in mano la vita».
Con lui, anche la rappresentante di Comunità Educante Patrizia Bianchi, la
coordinatrice di Piazza dei Mestieri di Milano Emanuela Balzaretti, e Graziella Leoncini di Portofranco Varese, che ha ricordato come la mostra «E’ presentata da noi, Kairos e piazza dei mestieri. Siamo realtà il cuoi cuore è dare voce ai ragazzi: noi adulti impariamo da loro».
In sala matrimoni anche Clara Patelli, del centro culturale Kolbe e Seydou Konate, presidente e fondatore della cooperativa Ballafon che ha dichiarato: «È un onore partecipare per noi: questa mostra è importante per noi, che dal 2019 siamo impegnati nell’educazione dei minori, prima con gli italiani e ora con gli stranieri non accompagnati».
A conclusione della settimana della Mostra ci sarà, inoltre, un’importante serata di incontro e dialogo con don Claudio Burgio, che si terrà venerdì 16 febbraio alle 21 in salone Estense. L’incontro sarà condotto da Giorgio Paolucci, giornalista e scrittore.
Il percorso, che si snoda tra testi, immagini, fumetti e videotestimonianze, non tocca temi astratti ma si concentra sul racconto delle storie di ragazzi e ragazze arrivati al limite del dissolvimento della propria vita, i quali, incontrando persone ed educatori capaci di ascoltarli e di stare al loro fianco, a mano a mano, con fatica ma con tenacia, hanno ripreso il filo della propria esistenza, riportandola ad una costruttività e positività prima sconosciute.
Le parole narrano di esperienze concrete, fatte con don Claudio Burgio nella comunità Kairos, o con gli insegnanti di Portofranco, o con gli educatori della Piazza dei Mestieri in grado di insegnare il gusto del lavoro e di dare la possibilità concreta di imparare a farlo, rese in forma poetica dai testi di Daniele Mencarelli, grande scrittore e poeta che in questi anni ha dimostrato di saper instaurare un feeling particolare con i giovani, ed è accompagnata dalle immagini dell’illustratore Giacomo Bettiol.
Oltre ai pannelli, presentati in forma fumettistica (con un linguaggio ben noto ai giovani) è parte essenziale della mostra un video con le parole “in diretta” di alcuni ragazzi che in questo incontro hanno trovato la possibilità di una rinascita, di dare un senso all’agire e al proprio stare al mondo.