Masnà. Vite sospese tra centro e periferia
"Masnà. Vite sospese tra centro e periferia" è il titolo della personale di Mauro Raffini.
Curata da Sandra Raffini, la rassegna si concentra sugli anni della grande migrazione dal sud al nord dell’Italia, più precisamente a Torino, dove il lavoro alla FIAT sembrava essere stabile e sicuro, dentro un quadro sociopolitico che risentiva ancora degli effetti del boom economico.
Il periodo, dal 1969 al 1979, rappresenta anni cruciali densi di euforia rivoluzionaria, di conquiste di diritti fondamentali, di lotte e sconfitte; gli anni della ‘strategia della tensione’ e della tragica stagione del terrorismo.
Mauro Raffini ha attraversato quel lasso di tempo come giovane fotografo, attento ai cambiamenti, sensibile tanto alle manifestazioni quanto alle condizioni di vita di una nuova classe operaia. E dentro questo processo l’inevitabile e a volte struggente presenza dei bambini, cresciuti nelle isolate periferie dell’edilizia popolare di Torino, che giocano e scavano buche, che addentano di fretta un panino, che guardano dalle scale di case di ringhiera o dietro le porte semichiuse. Un mondo a parte che parla d’immigrazione e povertà, che s’interroga sul senso di quei viaggi intrapresi alla ricerca di una vita migliore.
Mauro Raffini è nato a Cuneo nel 1946. Inizia a fotografare nel’68 ed è fotografo professionista dal 1971. Realizza negli anni settanta numerosi reportage in Europa; nello stesso periodo si è occupato di critica e tecnica fotografica scrivendo nelle riviste di settore. Dall’inizio degli anni novanta si dedica alla fotografia d’architettura e paesaggio; in seguito sviluppa una personale ricerca sul colore che lo porta a collaborare con alcune importanti realtà industriali del Paese. Contemporaneamente continua il suo lavoro relativo a temi sociali come quelli sui nomadi, i senza fissa dimora e la multietnicità.
È il primo fotografo italiano a essere presente al M.A.C.A.M. (Museo di Arte Contemporanea all’Aperto di Maglione) con un’opera permanente, un collage fotografico di 3 per 4 m sugli artisti italiani. Il suo lavoro è ampiamente segnalato nel volume "Il ‘900 in fotografia" a cura di Marina Miraglia (edizioni Hopefulmonster, 2001).
Come photoeditor dell’esposizione Exodos della Regione Piemonte è stato insignito della Medaglia del Presidente della Repubblica per l'eccellente lavoro svolto per la realizzazione del progetto e della mostra.
Le sue fotografie sono presenti in musei e fondazioni in Italia e all’estero.
Orari: dal martedì alla domenica, dalle 15 alle 19 (ultimo ingresso ore 18)
Le mostre si inseriscono nel palinsesto della VII edizione del Brescia Photo Festival, promosso da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con il Ma.Co.f – Centro della Fotografia Italiana e quest’anno declinato attorno al titolo “Testimoni”, che porta nei luoghi espositivi più prestigiosi della città e della provincia, alcuni dei nomi più importanti e celebrati della fotografia italiana contemporanea.