Di-scordare

27/11/24 17:30 - 19:30

Incontro con l'autrice Viviana Gravano.

Il fascismo, e Mussolini in persona, hanno saputo utilizzare la cultura come uno strumento straordinario di consenso per costruire immaginari che potessero durare nel tempo, persino dopo la caduta del dittatore. In Italia le tracce del fascismo sono pervasive, e sono più o meno palesemente presenti su tutto il territorio nazionale. Un processo di defascistizzazione imperfetto, che a livello culturale è stato particolarmente inefficace, ha fatto sì che molte delle eredità della dittatura possano continuare a parlare e a esprimere i propri valori violenti, razzisti e di potere nello spazio della quotidianità del paese. Il libro affronta prima i processi di rimozione e revisionismo, in particolare nel contesto delle arti, e propone poi una ricerca e una attenta analisi dei lavori di artiste/i che dagli anni Ottanta in poi si sono prese/i carico di rileggere quelle tracce, di decodificarne i significati, e di farne una critica aperta, politica e concettuale.

L'autrice interviene in dialogo con Elisabetta Ruffini, Isrec e Anna Chiara Cimoli, Università degli studi di Bergamo.

L'autrice
Viviana Gravano è curatrice e storica dell'arte, docente presso l'Accademia di Belle Arti di Firenze, socia fondatrice del collettivo Routes Agency. Cura of contemporary arts, fa parte del collettivo che produce la rivista on line roots_routes. research on visual cultures. Fa parte del collettivo Attitudes_Spazio alle arti di Bologna.

Biblioteca Tiraboschi
Via San Bernardino, 74
Bergamo (BG)
035.399476
Locandina
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