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Mostra "Donne, vita, libertà" in Biblioteca Baratta

15/03/25 14:30

MOSTRA "Donne, vita, libertà" di Mirca Garuti

Dall’8 al 16 marzo 2025, la Biblioteca Gino Baratta di Mantova ospiterà presso la sala “Peppino Impastato” la mostra “Donne, vita, libertà” di Mirca Garuti, un racconto per immagini che celebra la forza, la resilienza e la lotta per la libertà di chi resiste nelle zone più difficili del mondo.

Inaugurazione della mostra sabato 8 marzo 2025 alle ore 18:30 presso la sala “Peppino Impastato” della Biblioteca “Gino Baratta” con intervento della fotografa Mirca Garuti e di Zilan Diyar, del movimento delle donne curde e le associazioni coinvolte.

Il progetto è stato realizzato da Alkemia News, Rete Kurdistan Mantova e Associazione La Papessa con il patrocinio del Comune di Mantova e organizzato in collaborazione con i servizi bibliotecari della città. Locandina dell'evento qui

La mostra sarà aperta al pubblico il sabato dalle 9:00 alle 12:00 e dalle 14:30 alle 19:30 e la domenica dalle 9:00 alle 13:00. Sarà possibile visitare, inoltre, in concomitanza con gli eventi della Biblioteca nella sala.

Ci sono luoghi della terra in cui l’intreccio fra autodeterminazione, indipendenza e dominio politico si fa più esplicito e violento che altrove. Uno di questi è Sinjar, una regione montuosa che svetta sulla Piana di Ninive alle estremità nord-occidentali dell’Iraq, teatro di un genocidio (riconosciuto dall’ONU) che verrebbe da definire “dimenticato”, non fosse che è praticamente ancora in corso nel silenzio assordante della comunità internazionale.

Di quegli sfollati, la metà non sono ancora tornati: 250mila si dividono tra i campi profughi, troppo spaventati per tornare o senza una porta di casa da riaprire, e tra la diaspora in Germania. Moltissime donne non sono ancora state trovate, almeno 1.117 delle 6mila rapite nell’agosto 2014 e rese schiave, vendute al mercato di Mosul, passate di mano in mano, stuprate innumerevoli volte. In quei luoghi la vita ha resistito, anche attraverso la costruzione di scuole, municipalità, associazioni di donne, centri sanitari nei villaggi e unità di difesa maschili e femminili. Le foto raccontano i viaggi (ultimo a maggio 2023) della delegazione in Turchia e in Iraq – Kurdistan Bakur - (Shingal e Makhmour).

(Mirca Garuti – Associazione Alkemia)

Rete Kurdistan Mantova si colloca nell’ambito di rete Kurdistan Italia, un insieme informale di associazioni, soggetti politico-culturali, singole personalità (attivisti, giornalisti, avvocati, sindacalisti, ecc) che nella Rete si riconoscono in obiettivi comuni: dal sostegno a progetti di solidarietà con le popolazioni kurde, alla sensibilizzazione delle comunità locali sulla realtà di questo popolo, scarsamente conosciuta, e spesso dimenticata dai media nazionali e internazionali. La Rete Italiana di solidarietà con il popolo kurdo sviluppa progetti di cooperazione decentrata in collaborazione con gli enti locali e la società civile kurda.

Perchè il Kurdistan: perché riconosciamo questo popolo come tale, avente una cultura millenaria che si traduce in un idioma nazionale e in tradizioni legate ad essa e tramandate da generazione in generazione; un popolo che è sempre stato vittima di un imperialismo sfrenato che tutt’oggi tenta ogni strada per provare a cancellare le proprie tracce, tramite migrazioni coatte, sostituzioni etniche, genocidi e guerre civili; un popolo che nel confederalismo democratico ci offre una rivoluzionaria risposta alla crisi che la società moderna vive, ampliata dall’inneggiare degli estremismi nazionalisti e da un capitalismo che polarizza ricchezza e benessere.

Perché una Rete: i nodi che la tengono insieme rappresentano legami, legami di solidarietà e vicinanza, legami che non ci fanno girare dall’altra parte di fronte alle ingiustizie e alle violazioni dei diritti umani, legami che vogliono alzare la voce là dove ci vorrebbero in silenzio.

(Rete Kurdistan Mantova)

L’associazione La Papessa si occupa della produzione fotografica femminile nel suo lungo percorso, dalle origini del mezzo alla scena contemporanea, attraverso attività educative e informative aperte sia al grande pubblico che a professioniste/i del settore. Dagli albori di questa disciplina, le donne sono state attrici chiave nel trasformarne il linguaggio, diventando pioniere del mezzo. La fotografia non sarebbe la stessa ora, senza l’apporto di queste donne che spesso hanno dovuto sfidare ostacoli e pregiudizi nel loro percorso. Nella scena contemporanea tantissime sono le artiste che continuano a fare della fotografia il proprio lavoro, contribuendo alla creazione e trasformazione dell’immaginario collettivo. L’obiettivo dell’associazione è di esserne portavoce, per questo ha creato e promosso un evento internazionale volto a mostrare il lavoro di fotografe professioniste contemporanee: la prima Biennale della Fotografia Femminile. Con la direzione artistica di Alessia Locatelli, la Biennale porta a Mantova dal 2020, mostre, talk, letture di portfolio e workshop.

(APS La Papessa)

Mantova (mn)
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