I bracciali dello scudo

26/04/25 15:00 - 17:00

Ci vuole addestramento, occorre preferire il fuoco e il fondaco di sé, la sterpaia di una disarmata solitudine, per giungere a questo linguaggio, al Nord del verbo; occorre vivere nella gola del leone, incuranti della propria opera e perfino del significato della parola “opera”, disinteressandosi della poesia e dei suoi altari, altarini e alterchi, per dare alla poesia il nitore della spada e la levità della neve – un corpo da licaone. Certo, è possibile rintracciare le fonti di questo dire, la tessitura di un ragniforme lignaggio – Dylan Thomas, dissero tutti; alcuni, per via dell’arboreo candore, parlarono di Georg Trakl; quanto a lui, riconosce arcani debiti con l’antico maestro, Piero Bigongiari. Sta di fatto che la poesia di Alessandro Ceni, con il suo crogiolo di neologismi, con quell’andatura d’incanto tra la pittura parietale e Star Wars, tra Dante e gli oracoli tibetani, non ha pari nel canone italiano. Troppo austero e aristocratico il detto di Ceni per stare stipato in una cronaca di acquarellisti e di prefiche.

È poesia rituale, questa, che fa camminare le querce, da sussurrare al vento, vera e propria kamlanie offerta al millennio venturo, quando l’uomo, proverbiale inganno, non avrà più alfabeti. Da questa brace di verbi, da questi aurei bramiti, ricomincerà il canto: la luna in forma di agnello, i fiumi levrieri, il mestiere e il mestruo, la bestia e il bimbo. La pura vita. E ci separerà la vita non la morte rappresentata con tutte le misure umane leghe metri o millimetri non bastano, e io scalcio come il resto di una palla di neve il cuore in un piccolo cerchio magico con confini di proteste e parole disperse tra i peli di un dio.

Dialoga con l’autore: Diego Ghisleni, redattore di Aratea Cultura e co-direttore di Medium Poesia

In collaborazione con: Aratea Cultura

L'ospite
Alessandro Ceni Tozzi è un poeta, traduttore e pittore. Ha tradotto fra gli altri Milton, Poe, Durrell, Keats, Byron, Emerson, Stevenson, Carroll, Wharton per Feltrinelli, Einaudi e Mondadori. Tra le sue raccolte di poesia: I fiumi d'acqua viva (Guanda, 1980), Il viaggio inaudito (con una nota di Milo De Angelis, Tosadori, 1981), I fiumi (Marcos y Marcos, 1985, 19902), La natura delle cose (Jaca Book, 1991) Nel regno (Nuova Compagnia, 1993), Il pieno e il vuoto (Marcos y Marcos, 1996), Ossa incise e dipinte (9 poesie e 14 tele, L'Albatro, 1999), Tra il vento e l'acqua (Edizioni della Meridiana, 2001) Mattoni per l'altare del fuoco (Jaca Book, 2002), Nella valle dello Scesta, (Il ragazzo innocuo, 2009), Parlare chiuso. Tutte le poesie (puntoacapo Editrice, 2012) e Combattimento ininterrotto (effigie edizioni, 2015).

Biblioteca Caversazzi - Sala Galmozzi
Bergamo (BG)
Locandina
gratuito
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