Laburismo cristiano. Fede, politica e lavoro
Nel novero delle culture politiche il laburismo ha indubbiamente occupato un posto di primo piano nella convulsa storia del Novecento e, in questo ventaglio complesso e plurale, possiamo collocare anche una tradizione cristiana e cattolica, almeno nella fattispecie italiana. Da questa semplice constatazione si può ricavare un’idea del laburismo italiano non riducibile alla storia di un partito, bensì come elemento che meglio incarna lo spirito repubblicano dal secondo dopoguerra a oggi. I Padri costituenti trovarono nel lavoro il punto di caduta più simbolico delle culture politiche liberale, social-comunista, cattolico-democratica e popolare. Non si trattava solo di un avanzamento nelle condizioni economico-sociali, ma anche di un avanzamento nella partecipazione al governo delle cose: l’impresa, il territorio, la Repubblica.
Oggi come possiamo promuovere entrambi questi «avanzamenti» in un quadro con più soggetti e meno spazi politici, con più digitale e meno legami sociali e simbolici? Alla fine dello scontro tra capitale e lavoro, cosa rimane? È possibile rigenerare una cultura laburista contemporanea? Laburismo cristiano cerca di rispondere a questi e altri interrogativi, indagando la cultura politica lavorista italiana presente nelle diverse culture laiche e cattoliche e, nel contempo, mettendo in luce gli strumenti che hanno incarnato la cultura più cattolica di matrice popolare.
Introduce: Roberto Cesa, presidente delle Acli di Bergamo Dialogano con l’autore: Noemi Cucinotta, coordinatrice Area Lavoro delle Acli di Bergamo e Savino Pezzotta, sindacalista e politico.
In collaborazione con: Acli di Bergamo